Tessitura dei terreni: vanno abbandonati i metodi di sedimentazione per l’analisi della dimensione delle particelle?

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Tessitura dei terreni: vanno abbandonati i metodi di sedimentazione per l’analisi della dimensione delle particelle?

La tessitura è la proprietà fisica del terreno che lo identifica sulla base della percentuale in peso delle particelle elementari che lo compongono, classificate per categorie convenzionali di diverso diametro:
-argilla (C-clay), con diametro minore di 2 micron;
-limo (Si-silt), diametro compreso fra 2 e 50 micron;
-sabbia (S-sand), fra 50 micron e 2 mm. Questa classe viene suddivisa in sottoclassi:
sabbia molto fine, fra 50 e 100 micron; sabbia fine, fra i 100 e i 250 micron; sabbia media, fra 250 e 500 micron; sabbia grossa, fra 500 micron e 1 mm; sabbia molto grossa, da 1 a 2 mm.

La tessitura consente di determinare l’idoneità del suolo ai diversi utilizzi in diversi settori come l’agricoltura, i trasporti e lo sviluppo urbano. È una proprietà importante per lo studio dei suoli e del terreno in quanto ne condiziona sensibilmente le proprietà fisico-meccaniche e chimiche con riflessi sulla dinamica dell’acqua e dell’aria e sulla tecnica agronomica.

La tessitura dei terreni è stata tradizionalmente misurata usando metodi basati sulla diversa velocità di sedimentazione delle particelle, in base alle loro diverse dimensioni (manualmente o con uno strumento chiamato Sedigrafo).

Da diversi anni la tessitura viene anche misurata usando la tecnologia Diffrazione Laser, e per molti anni sono stati pubblicati lavori che mostrano le differenze tra questi metodi: le differenze sono state trovate soprattutto negli intervalli di tessitura fine, e sono state elaborate delle equazioni di regressione per convertire i dati ottenuti tra metodi diversi.

A gennaio 2019 sarà pubblicato nel volume 185 della rivista internazionale Soil & Tillage Research (Elsevier)* un lavoro che suggerisce di sostituire le tecniche di sedimentazione dalla Diffrazione Laser, e di valutare la diffrazione laser come nuova metodologia standard per l’analisi dei terreni e sedimenti. In questo lavoro, il Prof. Marco Bittelli del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari dell’Università di Bologna, il Prof. Francesco Morari del Dipartimento di Agronomia, Animali, Alimenti, Risorse naturali e Ambiente (DAFNAE) dell’Università degli Studi di Padova e al. hanno stabilito quale metodo fosse più vicino a una misura indipendente della dimensione delle particelle, ovvero l’analisi automatizzata d’immagine usata come tecnica di riferimento. Poiché con l’analisi automatizzata d’immagine ogni singola particella viene fotografata, i suoi pixel contati e la sua forma analizzata, è stato assunto questo metodo come metodo di riferimento rispetto al quale testare l’accuratezza dei metodi di sedimentazione e della diffrazione laser.

Il confronto ha mostrato che la diffrazione laser era in accordo con il metodo ottico di riferimento indipendente, indicando come i metodi di sedimentazione tendano a sovrastimare in larga misura le frazioni più fini della distribuzione granulometrica del terreno. Considerando i risultati presentati in questa ricerca e gli svantaggi metodologici dei metodi di sedimentazione, viene proposto di impiegare la diffrazione laser come metodo standard per l’analisi delle dimensioni delle particelle nei terreni.

Tessitura

Fig.2 Distribuzione granulometrica cumulativa di 11 terreni diversi ottenute con Analisi Automatizzata d’Immagine (DI), Diffrazione Laser (L), Sedigraph (S), Pipette (P)

  

Shall we abandon sedimentation methods for particle size analysis in soils?
M.Bittelli, M.C.Andrenelli, G.Simonetti, S.Pellegrini, G.Artioli, I.Piccoli, F.Morari, Soil and Tillage Research, Volume 185, January 2019, Pages 36-46

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