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I minerali sono sostanze che presentano una composizione chimica definita e costante, e possono essere costituiti da un solo elemento (come l’oro, il carbonio o lo zolfo) o da più elementi, in tal caso vengono chiamati composti (ad esempio il salgemma NaCl o il quarzo SiO₂). In sintesi, la caratterizzazione dei minerali coinvolge sia la loro composizione chimica che la loro struttura cristallina, e queste informazioni sono essenziali per gli studiosi di mineralogia e geologia e non solo. E’ fondamentale comprendere la loro natura e identificarli correttamente. Esistono diverse metodologie di classificazione dei minerali basate su proprietà chimiche e struttura cristallina. Il riconoscimento dei differenti minerali richiede l’utilizzo di strumentazione sofisticata.
Qui di seguito alcuni strumenti comunemente utilizzati per caratterizzare in generale ed il riconoscimento dei minerali:
Per quel che riguarda invece la caratterizzazione delle polveri minerali, è di fondamentale importanza la conoscenza di caratteristiche quali la granulometria, morfologia, reologia delle polveri, area superficiale, porosimetria, scorrevolezza e la stabilità delle dispersioni per comprendere e ottimizzare processi che vanno dall’estrazione di minerali, alla dispersione di ossidi inorganici (TiO2, SiO2 etc.), alle produzioni di carbonati di calcio, talco, solfato di bario etc. La granulometria, reologia e la stabilità delle dispersioni aiutano anche a caratterizzare le prestazioni di filler, di argille e di fluidi di perforazione, ma questi sono solo alcuni esempi.
Esistono diversi strumenti che consentono di analizzare le proprietà e il comportamento di queste particelle. ecco alcuni di essi:
In sintesi, la caratterizzazione delle polveri minerali richiede una combinazione di conoscenze teoriche e l’uso di strumenti specifici per analizzare la loro composizione, struttura e proprietà fisiche. Vi sono alcune applicazioni dove l’importanza granulometrica, ma non solo, sono di fondamentale rilevanza come per esempio nella tessitura di terreni e sedimenti, in mineralogia e geologia.
Un altro mercato importante è quello del cemento, del carbone, delle miscele minerali utilizzate nel calcestruzzo composto da un legante, cioè cemento: clinker, alluminati di calcio, silicati gesso e gli inerti composti da sabbia (per la maggior parte), ghiaino e ghiaia. Il tutto ovviamente in granulometrie specifiche e quantità a seconda della struttura da realizzare.
L’energia consumata in molte di queste applicazioni è estremamente elevata con alti costi. La produzione di cemento per esempio richiede un grande consumo di energia, per questo riveste un ruolo chiave il controllo, anche in-line, della granulometria per l’ottimizzazione dei processi di macinazione aumentando la produttività e riducendo la sovra-macinazione. Le misure granulometriche consentono di controllare il processo dei 28 giorni di indurimento dei conglomerati a base cementizia (calcestruzzo, malte).
Troppe particelle fini (al di sotto dei 2 micron) possono infatti causare un riscaldamento eccessivo durante la presa cementizia e la formazione di fratture. Mentre troppe particelle grossolane influenzeranno negativamente la resistenza del cemento. Per questo è fondamentale ottimizzare la granulometria tra 2 e 32 micron.
La forma delle particelle ne influenza le modalità di impaccamenti durante l’utilizzo e di conseguenza la resistenza dello stesso. L’Area Superficiale Specifica è cruciale e fornisce dati più accurati e riproducibili rispetto ai tradizionali metodi di Blaine utilizzati nelle cementerie. Infine, immagini in alta risoluzione con un microscopio elettronico a scansione (SEM) da banco come il Phenom della Thermo accoppiato con il software ParticleMetric, permettono di esaminare in maniera facile e veloce senza dover attendere i dati da un laboratorio centrale con numerosi campioni di clinker e calcestruzzi o campioni di grandi dimensioni fino a 100mm x 100mm da maneggiare.
Il granulometro a diffrazione laser Mastersizer 3000 della Malvern Panalitycal è in grado di misurare dimensioni che vanno dai nanometri fino ai 3,5 mm ed analizzatori di immagine dinamici e conta-particelle come il CPA 2-1 possono misurare granulometria e morfologia della ghiaia fino ai 3-4 cm. Per la ricerca e lo sviluppo potrebbe essere utilizzato uno strumento automatizzato di analisi di immagine statica (base microscopia ottica) ad alta risoluzione per misura e quantificare forma e granulometria con spettroscopia raman associata: Morphologi 4-ID della Malvern Panalitycal.
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In Alfatest dedichiamo particolare attenzione alla formazione dei nostri tecnici, perché consideriamo l’elevato livello professionale del nostro personale un vero “PLUS” da mettere a disposizione dei clienti. I nostri tecnici sono altamente qualificati, grazie a costanti aggiornamenti e ad annuali corsi di aggiornamento all’estero presso le aziende che distribuiamo. Ogni anno devono superare specifici test per ottenere la certificazione che li autorizza ad eseguire i test e rilasciare la certificazione “OQ”. Sono specializzati in specifiche tecniche per garantire la loro efficienza nella diagnostica, l’intervento tecnico ma anche la messa a punto di metodi ed il supporto ai ns. clienti. La squadra di tecnici si divide tra Nord Italia e Sud Italia, muovendosi rispettivamente dai ns. uffici di Cernusco sul Naviglio (MI) e di Roma per garantire dei tempi d’intervento minimi, anche per le regioni del Sud e le Isole