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Il settore delle batterie e della mobilità sostenibile è oggi al centro degli sforzi congiunti a livello locale e globale, sia che si tratti di mezzi di trasporto non inquinanti, sia di soluzioni per l’immagazzinamento di energia da fonti rinnovabili. È quindi fondamentale che le loro prestazioni siano le migliori possibili e in questo senso sono concentrati gli sforzi di ricercatori e team di ricerca e sviluppo.
Alfatest, con il suo pacchetto strumentale ti supporta in tutte le fasi di sviluppo e test di nuovi materiali delle singole componenti di una cella fotovoltaica, e in seguito garantisce che tramite analisi di controllo, dalle materie prime in ingresso fino al prodotto finito, la qualità dei tuoi prodotti rimanga sempre inalterata.
Che tu sviluppi sistemi tradizionali al piombo o batterie al litio, o che sfrutti tecnologie innovative usando ioni di sodio o alluminio, solfuro di litio, aria-zinco o soluzioni che impiegano grafene, Alfatest ha una gamma di soluzioni in grado di supportarti. Queste tecnologie si applicano anche nello sviluppo dei supercapacitori a base grafene, il cui obiettivo è sviluppare elevata potenza in tempi molto ridotti.
Ottimizzando le singole componenti, ad esempio il materiale dell’elettrodo o lo slurry, è possibile ottenere le massime prestazioni dalla batteria e contribuire a rendere possibili le innovazioni che stanno costruendo un mondo più ecosostenibile.
Le batterie agli ioni di litio sono ad oggi la principale tecnologia di immagazzinamento di energia per dispositivi mobili come smartphone e computer portatili.
Il recente aumento della richiesta di auto ibride plug-in e di auto elettriche ha dato il via alla discussione se la tecnologia delle batterie agli ioni di litio possa gestire l’elettrificazione completa di un mercato quale l’automotive.
Una batteria agli ioni di litio è composta da elettrodi porosi in soluzione elettrolitica e separati da un separatore. Il catodo è tipicamente costituito da ossido di litio e cobalto o ossido di litio e manganese. L’anodo è generalmente costituito da grafite o suoi derivati. L’elettrolita è di solito un sale di litio in un solvente organico, ma si possono anche impiegare elettroliti a base polimerica.
L’elettrolita permette solo agli ioni Li- di muoversi tra l’anodo e il catodo mentre il separatore costituisce una barriera fisica tra gli elettrodi.
Mentre il catodo e anodo determinano le prestazioni della batteria, l’elettrolita e il separatore sono responsabili della sicurezza della batteria.
Nei paragrafi seguenti verranno indicate brevemente come le diverse tecniche che Alfatest propone possono essere impiegate nelle fasi dello sviluppo/assemblaggio di una batteria in base alle componenti da cui è formata: anodo, catodo, separatore ed elettrolita.
Si riporta, a titolo esemplificativo, uno schema che mostra la produzione di una polvere usata come materia prima per il catodo di un elettrodo:
Sulle materie prime si possono impiegare le tecniche di caratterizzazione termica per studiarne le proprietà o sviluppare materiali innovativi che diano alla batteria maggior efficienza, Potenza e capacità di stoccaggio, ad esempio la TGA-DSC per caratterizzare le fasi (amorfe o semi-cristalline), capire il comportamento del materiale e la sua stabilità o reattività in funzione della temperatura e creare dei diagrammi di fase e delle curve CCT (Continuous Cooling Transformation)
La qualità dei materiali impiegati per la produzione degli elettrodi è influenzata da diversi fattori, quali:
Vuoi saperne di più? Leggi il nostro approfondimento: Microstruttura del carbonio: gli effetti sulle prestazioni delle batterie agli ioni di litio
Gli strumenti da banco in questo senso possono aiutare per la loro produttività, velocità e semplicità d’uso, uniti alla possibilità di operare all’interno di una glovebox per un’analisi immediata di materiali che non possono essere esposti atmosfera.
Vuoi saperne di più? Leggi l’approfondimento Accelerate battery cathode material quality control with automated SEM imaging and analysis
Esistono poi delle tecnologie che combinano l’analisi EDS live alle tecniche di imaging BSD per avere un’informazione immediata durante la navigazione del campione della presenza di questi contaminanti e della loro effettiva composizione, senza dover passare alla parte analitica.
Vuoi saperne di più? Leggi l’approfondimento
Di seguito un esempio di grafici a confronto tra diversi lotti di un medesimo materiale ottenuti con l’FT4:
Vuoi saperne di più? Leggi Optimizing Li-Ion battery electrode manufacturing yield case study
Sugli elettrodi, una volta formati, si possono eseguire diverse tipologie di caratterizzazione con le seguenti tecniche analitiche:
La forma e l’orientamento della nanostruttura degli elettrodi è fondamentale per garantire che le batterie abbiano una lunga durata e un’elevata efficienza. Nello specifico, il rivelatore di elettroni secondari (SED) può essere utilizzato per ispezionare la morfologia e la topografia superficiale del campione, mentre con il rivelatore di elettroni retrodiffusi (BSD), l’immagine mostrerà un contrasto diverso per le aree a diversa composizione che, combinato con il rivelatore a dispersione di energia (EDS), viene impiegato nella ricerca di contaminanti e nell’identificazione delle aree da analizzare.
Vuoi saperne di più? Leggi la nota applicativa Characterizing advanced battery anodes with gas adsorption bet surface area and DFT surface energy
oppure l’acquisizione di immagine del catodo in Operando e osservazione di processi di catalisi di CO2 su un elettrodo di rame tramite misure in Operando:
Le analisi AFM possono essere condotte anche sull’anodo in grafite.
Vuoi saperne di più? Leggi l’approfondimento Wettability in Li-ion batteries
Vuoi approfondire? Leggi la nota applicativa dedicata Optimising Battery Electrolytes WhitePaper oppure visita il sito https://nmr.oxinst.com/batteries o guarda il video: On Resonance: New Insights for tomorrow’s batteries – YouTube
Anche in questo caso si può impiegare l’AFM per valutare le proprietà dell’elettrolita che sia un elettrolita gel polimerico, un elettrolita solido oppure analizzare il liquido ionico su un elettrodo polarizzato.
Si può anche impiegare le tecniche di analisi termica per analizzare l’elettrolita (ad es. Ossido Manganese) per verificare il contenuto di per contenuto in umidità perché in funzione del contenuto di acqua la batteria si scarica o genera gas al suo interno con rischi per la sicurezza.
In caso di un elettrolita solido è importante determinare l’area superficiale al fine di ottimizzare la capacità della batteria, facilitarne la ricarica rapida e migliorare le prestazioni di carica/scarica, impiegando ancora una volta gli strumenti Micromeritics per porosimetria.
Nella batteria il separatore è un elemento che consente di mantenere appunto separate le soluzioni che entrano in contatto con i singoli elettrodi, garantendo che la batteria non vada in corto circuito. Su questo elemento solido, si possono a sua volta eseguire una serie di analisi.
La stessa picnometria a elio può essere utile per valutare la densità del separatore.
Inoltre un parametro importante da misurare è la bagnabilità del separatore, che può essere studiata tramite misure di angolo di contatto e tensione superficiale.
Molti dei materiali impiegati sono molto sensibili all’atmosfera e devono essere manipolati in atmosfera assolutamente inerte (con contenuti di Ossigeno e umidità inferiori al 1 ppm), motivo per cui sono necessari dei sistemi di contenimento come le GLOVE BOX Jacomex.
Si può invece impiegare la DSC (Calorimetria differenziale a scansione) per eseguire la ricerca di materiali presenti in tracce: ad esempio la sensibilità del NEXTA DSC600 di Hitachi permette di rilevare transizioni estremamente piccole, come la presenza di ioni di litio nel separatore.
In alcuni casi, le membrane, in generale di materiale polimerico, vengono prodotte tramite elettrospinning e può essere importante valutare il polimero di partenza per valutare la distribuzione dei pesi molecolari tramite tecnica GPC.
Le fasi di processamento e produzione di una batteria sono analoghe a quelle già viste, ma in generale prevedono condizioni da processo e non da laboratorio. In generale gli strumenti già visti si adattano anche a questa fase, con alcune soluzioni specifiche.
Nello specifico, sebbene il granulometro laser permetta un’analisi veloce e si adatti come sistema si controllo qualità, può essere affiancato dall’ analizzatore granulometrico on-line Insitec per fornire dati in tempo reale per il controllo del processo ad esempio durante le operazioni di macinazione.
Durante la produzione dello slurry (in fase liquida), si possono utilizzare specifiche sonde per il controllo in situ della granulometria.
Un sistema che non viene utilizzato per caratterizzare il materiale, ma per processarlo è invece l’estrusore. Grazie all’estrusore modello Energy 11 di Thermo Fisher Scientific è possibile produrre lo slurry impiegato per la produzione del catodo in ambiente dry in glovebox.
Vuoi saperne di più? Guarda il Webinar Batch vs Continuous Manufacturing of Battery Electrode Slurry o il video Advantages of continuous electrode slurry compounding using twin-screw extrusion
In questa fase del procedimento , la fase conclusiva della produzione di una batteria si possono impiegare le tecniche già descritte per valutare diversi aspetti. Le batterie vengono assemblate in diverse forme (dalla classica pila cilindrica a quelle rettangolari o a bottone) e testate in termini di performance tramite misure elettriche.
Anche in queste operazioni di processamento di materiali sensili a O2 e Umidità è necessario l’impiego di sistemi ad atmosfera controllata come le Glovebox Jacomex.
La microscopia SEM può essere impiegata per la ricerca contaminanti ambientali (particelle metalliche che possono causare cortocircuito nella cella) o studiare gli elementi del rivestimento della cella.
Porosimetro/Porometro vengono impiegati per analisi di Pore Volume e Pore size distribution di elettrodi e separatori prima del riempimento finale con elettrolita
Sempre durante queste operazioni si può ricorrere alle presse per la compattazione dei vari elementi.
Un volta che la batteria raggiunge la fine della sua vita utile, essa deve essere adeguatamente smaltita. L’interesse, per poter essere sostenibili, è di poter riciclare i singoli elementi (elettrolita, elettrodi, membrane) per nuovi sistemi o poterli smaltire in modo sicuro e rispettoso dell’ambiente.
Per questo le materie prime possono essere analizzate post mortem dopo essere state smantellate in glovebox e i materiali recuperati (polimeri, ossidi e metalli) caratterizzati tramite diverse tecniche.
Si può ancora una volta ricorrere alla Microscopia SEM e a tecniche quali la porosimetria/porometria, o l’NMR per valutare lo stato dell’elettrolita dopo utilizzo.
Tramite analisi di termogravimetria (TGA) si può caratterizzare i materiali riciclati, comprendere le proprietà dei materiali riciclati, oppure in ottica di riciclo valutare la possibilità di separare i componenti, valutare l’efficienza di smaltimento e caratterizzazione dei componenti usati e la loro stabilità termica. Ad esempio mediante tale tecnica si può valutare la quantità e qualità del residuo carbonioso delle batterie negli elementi dell’anodo per produrre nuovo materiale anodico o filler per industria refrattaria
Vuoi approfondire questo argomento? Guarda i webinar dedicati:
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In Alfatest dedichiamo particolare attenzione alla formazione dei nostri tecnici, perché consideriamo l’elevato livello professionale del nostro personale un vero “PLUS” da mettere a disposizione dei clienti. I nostri tecnici sono altamente qualificati, grazie a costanti aggiornamenti e ad annuali corsi di aggiornamento all’estero presso le aziende che distribuiamo. Ogni anno devono superare specifici test per ottenere la certificazione che li autorizza ad eseguire i test e rilasciare la certificazione “OQ”. Sono specializzati in specifiche tecniche per garantire la loro efficienza nella diagnostica, l’intervento tecnico ma anche la messa a punto di metodi ed il supporto ai ns. clienti. La squadra di tecnici si divide tra Nord Italia e Sud Italia, muovendosi rispettivamente dai ns. uffici di Cernusco sul Naviglio (MI) e di Roma per garantire dei tempi d’intervento minimi, anche per le regioni del Sud e le Isole