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E’ stato possibile studiare, tramite il SEM da banco Phenom ParticleX Steel, un innovativo schema di disossidazione dell’acciaio. Le popolazioni di inclusioni sono caratterizzate in campioni di acciaio lucidato provenienti dal processo di raffinazione del metallo fuso. Le immagini delle inclusioni, le composizioni e i diagrammi ternari sono stati generati in un report  con il software Perception Reporter. La raffinazione dell’acciaio con aggiunte di titanio, magnesio e calcio ha formato inclusioni non metalliche TiN, MnS, MgO e CaS, nonché qualsiasi combinazione delle stesse. Come potenziale alternativa alla disossidazione con alluminio, questa lavorazione ha prodotto inclusioni non metalliche che non sono soggette ad agglomerazione, producendo al contempo TiN, che può essere efficace nella rifinizione dei grani.

In questo studio, sono stati utilizzati un classico analizzatore di melt flow index (MFI) e una camera di miscelazione per caratterizzare due diverse materie prime per ceramic injection molding. Questa analisi non ha mostrato differenze tra i due lotti, seppur esistenti.
In un test successivo, mediante l’utilizzo del torque rehometer HAAKE PolyLab QC e di un accessorio per lo studio della reologia capillare è stato possibile ottenere curve di flusso diverse per i due campioni e distinguere il comportamento delle due materie prime.

I torque rheometers della serie Thermo Scientific™ HAAKE™ PolyLab™ sono sistemi modulari da laboratorio, ma rappresentano vere e proprie macchine di produzione su scala ridotta in quanto permettono di caratterizzare il comportamento dei materiali in condizioni analoghe a quelle di processo. Attraverso la scelta di opportuni sensori, accessori e sistemi software è possibile realizzare test di miscelazione, test di estrusione e test di reologia capillare su un’unica piattaforma analitica.

In particolare, il sistema PolyLab OS rappresenta uno strumento ideale per la caratterizzazione di miscele di PVC e per lo studio del loro comportamento in flusso. Ad esempio, un test di miscelazione può fornire indicazioni utili sulla fusione, sulla reticolazione e sulla degradazione del PVC, mentre un test di estrusione può essere utile per ottimizzare le condizioni di processo o produrre in piccola scala provini per analisi meccaniche e colorimetriche. Infine, un test di reologia capillare può essere utile per ricavare informazioni sul materiale quando questo è soggetto ad elevati sforzi di taglio e fornire indicazioni utili sul processo di stampaggio ad iniezione.

Durante la masticazione, sia la consistenza di ciò che mangiamo sia la sensazione percepita in bocca sono strettamente connesse alla microstruttura dei cibi. Conseguentemente, è cruciale per le scelte e l’accettabilità del consumatore adattare la formulazione e i processi produttivi per raggiungere le caratteristiche desiderate.

Mangiare e ingoiare sono processi estremamente dinamici, e il processo che avviene nella cavità orale è sottoposto a vari passaggi. Inizialmente predominano le proprietà di massa del campione e sono coinvolte la deformazione e il flusso sotto taglio, compressione e allungamento. Successivamente, il comportamento reologico è dominato dalle proprietà superficiali, ed è caratterizzato da un’interazione a stretto contatto e dalla lubrificazione delle superfici orali.

I rivestimenti e i film sottili a base di nanoparticelle (NPs) sono utilizzati in diversi prodotti e applicazioni, tra cui display, sensori, dispositivi medici, dispositivi di stoccaggio dell’energia. Molti metodi di sintesi di nanoparticelle sono già ben noti, ma per poterle utilizzare nelle applicazioni sopra menzionate, le NPs devono essere trasferite dalla fase di soluzione alla superficie di un substrato, spesso sotto forma di monostrato o multistrato a spessore definito. A tal fine, sono necessari metodi di deposizione controllati.

I metodi più comuni per fabbricare film sottili di nanoparticelle includono le deposizioni Langmuir-Blodgett (LB) e Langmuir-Schaefer (LS), il self-assembling durante l’evaporazione del solvente, il dip coating e lo spin coating.

Questo approfondimento fornisce un tutorial molto pratico sulla teoria dell’angolo di contatto e sulle tecniche di misurazione. Concetti come l’angolo di contatto statico, dinamico e l’angolo di contatto corretto dalla rugosità sono spiegati e messi in relazione all’applicazione reale. I diversi metodi di misurazione vengono esaminati e confrontati per aiutare a scegliere quello migliore per la vostra superficie, considerando anche substrati come fibre e polveri.

Sapete che un indice di fluidità (Melt Flow Index, MFI) potrebbe non essere sufficiente per caratterizzare il comportamento di flusso del vostro polimero?
Capire come i polimeri fusi fluiscono e si deformano è la chiave per lavorarli efficacemente e trasformarli in prodotti finiti.
In questo studio reologico, sono stati esaminati tre diversi campioni di polietilene lineare a bassa densità (LLDPE) con identici indice di fluidità e pesi molecolari medi. I dati reologici sono stati poi correlati direttamente alla struttura molecolare del polimero, nonché al comportamento complessivo del flusso e alla lavorabilità dei campioni di LLDPE.

Il microscopio a forza atomica (AFM) Vero utilizza un design brevettato basato su un rilevatore interferometrico per misurare direttamente lo spostamento della punta, introducendo una precisione senza precedenti nel campo degli AFM. […] La maggior parte degli AFM è in grado di misurare lo spostamento della punta soltanto attraverso una misura calibrata della variazione della deflessione o dell’angolo del cantilever e questo è, inevitabilmente, causa di possibili fonti di errore. Molti fenomeni fisici possono influenzare la deflessione o l’angolazione del cantilever , come ad esempio forze di natura elettrostatica o altre forze planari o longitudinali che agiscono tra la punta e il campione. La modalità PFM (piezoresposnvie force microscopy), attraverso la quale è possibile caratterizzare la risposta elettromeccanica di un campione alla nanoscala, è particolarmente interessata da artefatti e da possibili interpretazioni errate. In questa nota applicativa vengono descritti in modo dettagliato i possibili artefatti di una misura PFM e vengono mostrati i vantaggi tecnici del sistema QPDI implementato nel nuovo AFM Vero.

Vero è un AFM di nuova generazione della Oxford Instruments Asylum Research ed è il primo ad utilizzare un rivelatore brevettato a interferometria differenziale in quadratura di fase (QPDI), in grado di fornire prestazioni senza precedenti in termini di precisione e rumore strumentale. Questo documento descrive il contesto storico dei metodi di rilevamento AFM, il progetto e le specifiche tecniche raggiunte dal nuovo AFM Vero e spiega come i suoi elevati standard di accuratezza e precisione di misura potranno contribuire alla ricerca scientifica nel campo della microscopia a forza atomica.

La contaminazione è un problema importante nel processo di produzione delle batterie. Dalla produzione del catodo, dell’anodo e dalla cella della batteria all’assemblaggio e al collaudo del modulo della batteria, i contaminanti sono un problema in ogni fase del processo di produzione. L’esistenza dei contaminanti presenti nella batteria possono causare un’ampia gamma di problemi. Di conseguenza, è essenziale per chi studia tali materiali ottenere una comprensione approfondita dei contaminanti che si riscontrano nel processo di produzione delle batterie. La combinazione di un microscopio elettronico a scansione (SEM) e della spettroscopia a raggi X a dispersione di energia (EDS) può essere utilizzata per sondare sia la struttura che le informazioni elementari dei contaminanti nei materiali delle batterie. In questa nota applicativa, introduciamo un metodo rapido e semplice per caratterizzare questi contaminanti tramite l’Axia™ ChemiSEM Thermo Scientific™, una nuova piattaforma SEM progettata per portare velocità e semplicità all’analisi microstrutturale dei materiali e alla scoperta dei difetti.

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