Le ferite croniche, che siano dovute a patologie preesistenti, disturbi metabolici, infezioni, trauma o addirittura tumori, causano gravi problemi alla salute dei pazienti.
Nel lavoro presentato sono state progettate microparticelle a base di polisaccaridi (maltodestrina o destrano) e amminoacidi dopate con nanoparticelle antibatteriche a base di ossido di rame o zinco (CuO e ZnO NPs). L’intento era di sviluppare nano-in-microparticelle smart con una struttura 3D gerarchica con l’obiettivo di creare una innovativa piattaforma per permettere alla pelle di rimarginarsi e di gestire la cicatrizzazione evitando al contempo infezioni che potrebbero allungare o compromettere il processo di guarigione.
Le microparticelle sono state preparate mediante spray-drying e cross-linkate tramite riscaldamento al fine di ottenere degli scaffold insolubili in grado di rendere più semplice la proliferazione cellulare sul fondo della ferita. Le nano-in-microparticelle sono quindi state caratterizzate impiegando diverse tecniche per determinarne le proprietà:
- Chimico fisiche (SEM-EDX mediante Phenom XL della ThermoFisher Scientific, distribuzione granulometrica, di swelling e degradazione, caratterizzazione strutturale tramite FTIR, XRPD e SAXS, proprietà meccaniche e potenziale zeta di superficie)
- Precliniche (biocompatibilità in vitro e di coagulazione su sangue intero, studi di rilascio e di proprietà antimicrobiche e test in vivo di sicurezza e efficacia su cavie
Fig 1. Analisi SEM di microparticelle e spettro EDX
La struttura gerarchica 3D di nano-in-microparticelle ha dimostrato di promuovere la rigenerazione dei tessuti in studi preclinici, e quindi sarà oggetto di studi ulteriori per passare a studi clinici.